15/01/07

La mia generazione


Noi siamo la generazione figlia degli ex-giovani degli anni '60. Eravamo bambini negli anni '80, quando in Italia c'era benessere economico, iniziava lo sviluppo tecnologico e le tv private impazzavano. Noi abbiamo giocato per primi con il Commodore 64, abbiamo passato ore a vedere cartoni animati giapponesi di cui ricordiamo ancora le sigle e le storie a memoria, siamo figli di famiglie incasinate tra divorzi, litigi e malattie, siamo quelli che avevano una bmx e che volevano fare gli astronauti o i calciatori, siamo quelli che hanno avuto un'infanzia del cavolo ma che dentro di noi lo consideriamo ancora il periodo più bello della nostra vita, e non ce lo sappiamo spiegare.
Poi sono arrivati gli anni '90 che noi dividiamo in due distinte fasi: le medie (il limbo) e le superiori (la svolta). Le medie erano ancora un periodo relativamente innocente, potevamo permetterci di essere ancora dei bambini e lo studio, se pur intenso, era ancora limitato. C'era spazio per le nuove console (Nintendo o Sega o l'Amiga), c'era tempo per qualche cartone animato, per "Non è la Rai", per le prime uscite da soli con gli amichetti, per la prima ragazzina che ci faceva battere realmente il cuore, per le gite ancora insieme alla famiglia.
Poi le superiori. La mia generazione ha subito sulla sua pelle un cambiamento radicale che c'è stato nella nostra società a partire, più o meno, dal 1992-1993. La freschezza e la pomposità degli anni '80 sono diventati ribellione, lotta, autogestione, anarchia, centri sociali, grunge. E così noi siamo diventati la generazione di Kurt Cobain. La generazione che non aveva più uno scopo vero, che aveva tanta rabbia interna, che ha finalmente spurgato le cose negative del mondo e del nostro passato. Forse stavamo diventando finalmente grandi e i nostri occhi iniziavano ad aprirsi. E non era come per i giovani dei '60: il nostro mondo, visto con gli occhi degli adolescenti, faceva davvero schifo.
In quel periodo abbiamo iniziato a pianificare la nostra vita. Scelte che poi sono state lungamente sorpassate o addirittura scartate. Però eravamo noi finalmente a scegliere. Abbiamo usato i primi cellulari, abbiamo visto i primi canali satellitari, abbiamo dato vita a MTV, abbiamo imparato ad usare internet, abbiamo iniziato a uscire e conoscere gente.
E poi la scuola è finita e il lavoro è entrato nel nostro mondo. La musica è rimasta sempre la nostra colonna sonora. Ormai musica, cinema e libri rappresentavano il nostro stato d'animo, ci buttavamo in generi profondi, diretti, emozionanti, e ne conservavamo le parole, le frasi celebri, il look, la poesia, la rabbia, la creatività.

Ora siamo quasi trentenni e ci sembra di aver vissuto venti vite diverse. La vita è strana. Manteniamo dei ricordi in base alle nostre emozioni e non in base agli eventi in sè. Per questo forse amiamo certi periodi anche se stavamo male o ci succedevano dei guai e invece odiamo dei periodi di routine e la stabilità. Siamo strani noi, figli della fine dei '70 e i primi degli '80. Nessuno a parte noi ci può capire.
Questa è la mia generazione. Se avete dei commenti da fare per completare il mio punto di vista...non esitate!

Dan Ceres

1 commento:

Anonimo ha detto...

Probabilmente siamo la generazione che più di ogni altra odia gli anni'80, nonostante i nostri ricordi più cari siano proprio di quegli anni..
- Biko