05/07/07

Le parole delle canzoni


Le parole delle canzoni stanno diventando sempre più assurde. Faccio fatica ad apprezzare i testi italiani. Una volta erano l'unico vanto della musica italiana. Ovvero, musicalmente in Italia non siamo mai stati ai livelli dell'estero ma almeno avevamo dei testi bellissimi, scritti dai vari cantautori, da Battisti a Vasco, da Ligabue alla Consoli, da DeGregori a Venditti.  Ora spiegatemi il senso delle parole della nuova hit dei Negramaro:

"...Parlami d'amore se quando nasce un fiore mi troverai senza parole amore. Parlami d'amore se quando muore un fiore ti troverai senza respiro amore.
Crolla il tuo castello tra la rabbia, sabbia e sole quando pensi che siano dolci le parole. Dici che c'è ancora sulle labbra il mio sapore quando pensi che siano vane le paure.."

Cioè sarò scemo io ma non c'è nesso tra verbi ed affermazioni! Per la serie...è una canzone pop e allora si può dire quello che si vuole??? NO!!!
La musica è poesia e sono d'accordo. Non è mica un report giornalistico con soggetti verbi e complementi oggetto. Ma almeno cavoli, o scrivi una poesia in musica o comunque dai un senso a ciò che scrivi!

E poi ci sono i fenomeni umani tipo ZUCCHERO....allora....l'avete sentito il nuovo singolo? Dice:
"Mi piace la lasagna e mi piaci tu. Mi piace marijuana e mi piaci tu"

Non vi fa venire in mente niente???? MA CERTO!!! E' uguale a Clandestino dei Manu Chao!!!! Allora le cose sono due: o si sono messi d'accordo e quella di Zucchero vuole essere una reprise, una sorta di citazione, oppure è un plagio pazzesco!!!!

Dite la vostra.
Dan Ceres
http://danceres.blogspot.com/
http://www.myspace.com/danceres

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che sia un errore basare il giudizio sulla musica italiana citando esclusivamente brani che passano su "radio deejay" o simili (anche se qualcosa di nuono ogni tanto passa anche di lì, seppur di rado)...in realtà ci sono molti autori/compositori validi nel pop. Rimanendo nell'ambito "testi", gli ultimi lavori di Niccolò Fabi, Samuele Bersani e Raf (i primi che mi vengono in mente) hanno dei testi molto molto belli...
AA

Dan Ceres ha detto...

Può anche darsi ma sono piccole eccezioni e cmq sono canzoni che le radio faticano a far sentire. Per non parlare dei canali di videoclips..

W l'inglese..

Anonimo ha detto...

Credo che da questo discorso emerga la poca competitività del rock italiano. Il nostro paese ha lanciato molti artisti POP all'estero, come Ramazzotti, Pausini, Zucchero, Nek e Tiziano Ferro, ma il vero rock all'italiana, quello di Vasco, Ligabue, Litfiba o Timoria, non è mai riuscito ad essere esportato. Il genere dei Negramaro si mette a confronto diretto con le sonorità inglesi e americane, ed è molto difficile adattare la nostra lingua a quel tipo di musica. Giuliano, con i suoi testi, a volte punta più sui suoni della sua voce piuttosto che sul messaggio. Questione di scelte credo.
Zucchero invece copia, spudoratamente, l'ha sempre fatto.

- Biko

P.S.: avete mai letto un testo dei Verdena?!

Anonimo ha detto...

"...non piangere salame dai capelli verderame..."
Quelli erano testi!!!

M.V.

Anonimo ha detto...

Anche io come Dan Ceres penso che la musica italiana possa dare di più. I testi inglesi spesso sono superficiali. La cosa bella dell'italiano è la versatilità e profondità delle parole, hanno forse meno musicalità dell'inglese ma sanno "dire" cose più profonde. Concordo coi discorsi di A.A. e con quella persona che commentava sui Negramaro al Festivalbar: oddio che schifo, oddio basta. Non tanto loro ma il "CONCETTO DI LORO". In Italia quando va una cosa ti nauseano solo con quella! ma vogliamo spaziare un pò? vogliamo investire? La gente non compra più i dischi e mai più lo farà e la colpa è della Sony stessa per esempio (chi ha inventato il masterizzatore???). La fonte di guadagno primaria degli artisti dovranno essere i LIVE e anche qui aprirei una parentesi: 40 euro per vedere una band del cazzo mi sembrano troppi! Possibile che io i cd e i dvd me li devo comprare via internet dall'inghilterra così da pagarli un terzo? la musica italiana era un patrimonio ma dagli anni '90 in poi è diventata povera, una povera stracciona che si veste da superstar.

B&C ha detto...

Salute Jordan!

Anonimo ha detto...

Beh, direi che addossare alla Sony le colpe per il fatto che la gente non compra più i cd mi sembra un po' banalotto, non credi?
Io sposterei la mira più verso le grandi compagnie telefoniche, che hanno implicitamente fatto leva sul fatto che la gente potesse scaricare gratuitamente da internet(ricordo, ILLEGALMENTe!) per far arrivare l'adsl in ogni casa...
Per quanto riguarda il costo alto dei biglietti live/investire su nuovi artisti è, appunto, tutto una conseguenza della mancanza di introiti delle grandi case discografiche, ed è troppo facile puntare il dito e poi non comprare un cd originale per anni (parlo in generale, non di te): è il solito circolo vizioso che nessuno capisce. Tieni conto che ormai le case maggiori discografiche si stanno fondendo assieme per non morire, tagliando di brutto il personale, e sono sempre meno gli artisti che riescono a coprire gli investimenti fatti...
AA

Dan Ceres ha detto...

Intervengo ancora io! Bravo AA, hai scritto cose sensate. Forse in passato si è speso troppo, non so, o forse è l'italia che ha le mani legate dalle case discografiche mondiali. Per quanto ne so io la Universal o la BMG, parlo delle sedi, danno disposizioni e budget alle varie filiali internazionali e quindi delegano pochi soldi da investire. Forse qualcuno mi sa confermare o smentire questa cosa. Quello che intendo dire è che magari i soldi ci sono (in USA) ma qui non arrivano e quindi gli artisti devono "guadagnarsi" il proprio investimento.